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Il Lessona nei «30 ruggenti» Unico vino italiano a Parigi.

Sperino nell’élite dei produttori emergenti scelti da «Le Rouge & le Blanc»

 

Parigi val bene una bottiglia. Soprattutto se i francesi l’hanno scelta e inserita tra le 30 etichette destinate, nei prossimi 30 anni, a disegnare le nuove frontiere della viticoltura in Europa.

Colpo di scena: l’unico produttore italiano in questa particolarissima élite di «vigneron underground» sui quali scommettere è biellese.

Come biellese, anzi biellesissimo, è il suo vino.

Luca De Marchi, 36 anni, della proprietà

Sperino di Lessona, fa parte dell’elenco

pubblicato da «Le Rouge & le Blanc»,

una delle più prestigiose riviste del settore

proprio perchè autonoma e lontana dai

circoli pubblicitari.

Per il suo particolare compleanno editoriale

(30 anni, ca va sans dire), il gruppo ha

deciso di raccogliere domenica a

La Cartonnerie (11° Arrondissement) tanti

assoluti emergenti quante le sue candeline.

Dal Bordeaux alla Champagne, dallo Jura

al Languedoc, i transalpini la fanno 

da padrone.

Poi c’è lo spagnolo Comando, il greco

Apostolos Thymiopoulos e, appunto,

il giovane braccia e cuore della tenuta degli Ori, così chiamata per via di quel particolare terreno di sabbia paglierina. Terra dalle modeste proporzioni, nascosta milioni di anni fa quando l’intera pianura padana era un mare e oggi madre di un vino straordinario: forte e ampio, ma con una sapidità così persistente da renderlo tra i più fini ed eleganti.

«Sono contento, chi non lo sarebbe - racconta De Marchi -. Ma la felicità più grande è quella di vedere riconosciuto un territorio che solo la rivoluzione industriale ha spinto nel dimenticatoio». Del vino di Lessona si scriveva già nel quindicesimo secolo.

Nel 1870 Quintino Sella, ministro delle Finanze, alzò un calice di Lessona per brindare all’ingresso dei bersaglieri a Roma: adesso è tra i preferiti della Casa Bianca, con il presidente che lo inserisce nei pranzi ufficiali mentre Michelle Obama lo consiglia alle amiche.

«Qua è stato prodotto il primo vino in bottiglia, quest’area era indicata dai Savoia nella metà dell’Ottocento come zona migliore per il vino italiano.

Qui possiamo vantare una tradizione generazionale di gran lunga superiore agli altri vini italiani, anche i più prestigiosi.

Certo mi meraviglia che gli esperti francesi abbiano scelto il sottoscritto, ma non sono affatto stupito che abbiano inserito il Lessona tra i vini che disegneranno il futuro.

So di sembrare presuntuoso, ma ne sono convinto: se tra 30 anni il Lessona non diventerà il miglior vino del mondo, sarà solo colpa nostra».

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I colori del Vino  -  Degustazione Vini dell'Alto Piemonte

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RINGRAZIAMENTI:

 

 

23 Maggio 2015

Palasport Lessona 

Biella

 

Per info:

3358309525

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